SAN DEMETRIO CORONE (di Adriano Mazziotti) – L’invito al capo dello Stato di valutare l’opportunità di visitare questa comunità arbereshe di Calabria è stato rivolto dalla giunta guidata dall’onorevole Cesare Marini, e si occasiona con il programma di festeggiamenti per il 150° della Unità nazionale che l’Ente locale ha predisposto da qualche mese per ricordare degnamente l’avvenimento. E la sistemazione del busto dell’eroe dei Due Mondi nel piazzale del Collegio di Sant’Adriano è l’ iniziativa di spicco tra quelle programmate per lo storico evento.
Le vicende del Collegio sandemetrese, in diversi momenti, si sono incrociate con il contributo dato alle lotte per il Risorgimento calabrese, e l’ Istituto proprio per la sua temuta attività sovversiva è stato costantemente tenuto d’occhio dalla polizia borbonica, in quanto considerato un “laboratorio di idee liberali e antiborboniche e fucina di diavoli” Un centro di ardenti rivoluzionari e avversari impavidi del regime borbonico, che proprio per la sua palese correità nei moti rivoluzionari anti-borbonici nel cosentino ha subìto una feroce reazione da parte del regime, tanto da tenerlo chiuso per due anni, fino al 1850, in quanto diventato “un vivaio di giovani esaltati da sentimenti di libertà e da un senso di idolatria per la Rivoluzione Francese”.
E’ stato anche in ragione della partecipazione alla azione militare di Garibaldi da parte di studenti dell’Istituto provenienti da diverse comunità albanofone di Calabria e di alcuni loro professori, che il protagonista della Unità nazionale nell’ottobre 1860 gratificò il Collegio decretando che “dodicimila ducati” fossero elargiti in segno di riconoscenza per il contributo reso alla causa della Indipendenza e della Unità. Il testo del decreto è ancora oggi leggibile nella epigrafe riprodotta sulla lapide murata nella facciata principale dell’ edificio.