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IL CICLO ELETTORALE DI ARCHEOLOGIA LOCALE

Posted on 11 maggio 2024 by admin

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NAPOLI (di Atanasio Pizzi Architetto Basile) – Le cose di memoria storica sono un atto fondamentale, specie quando si periodizza, secondo la metrica per scrivere trattati e, coglie aspetti fondamentali per comprendere e illuminare il sapere in pena locale.

Si forniscono così, porzioni circoscritte, e ripetute a cadenza storica dell’evento, che tutti attendono come occasione di rinnovamento e luce nuova.

E’ largamente dimostrato,  sia un tempo breve, ricco di avvenimenti di Iunctura locale, che determina, anzi, se opportunamente interpretato anticipa il voto o la scelta finale elettiva di continua pena dei cittadini.

In tutto un intervallo intriso di atti e attività poco nobili, la cui durata non si espande oltre il tempo che va dalla dozzina di giorni, alla doppia decina.

Tempo circoscritto e posto a dimora, perché spazio dell’agire con sotterfugi, secondo i quali viene alla luce il peggio di pochi operatori di trame occulte, a scapito di molti tessitori di credenza leale o dirsi voglia cristiana.

Questo intervallo elettorale, rappresenta il momento più oscuro di un percorso ricorrente o meglio tradizione di luogo che da paradiso si trasforma nell’inferno, anticipato da un purgatorio ideale che accoglie tutte le anime in pena, pronte a diventare diavoli per una promessa di paternità che sarà mai vissuta.

Gli anziani, o saggi, dirsi voglia, generalmente indicano l’inizio, del periodo con le migrazioni dai bar pubblici, alle cantine private, da strade illuminate di giorno, verso i vicoli articolati, dove stazionano gli occulti muniti di alcolici, riversi, medicina del peggior aceto.

Le attività di sotterfugio occulto iniziano con un vincitore certo, e un perdente ormai agli arresti, si finisce con la vittoria del peggiore, che nessune conferma di aver mai votato, poi primo eletto.

La vittoria in genere e di misura e, dopo lo spoglio, ogni famiglia votante, stende al sole le promesse elettorali accasate, una mietitura senza solco operoso, ma colmi di ironici sorrisi indirizzate ai propri fratelli in affanno.

Vince sempre il più scorretto, perché non conosce le cose e promette, promette, promette e ripromette, cose che non è in grado di realizzare, perché troppo dignitose e utili per la comunità, e qui valgono solo le campagne denigratorie o per dispetto fraterno.

In tutto vincono sempre i peggiori, i più occulti, che poi appaiono come risolutori di inutili attività che degenerano le più intime consuetudini, quelle più basilari e caratteristiche di un ben e identificato luogo, il quale degenera e perde la retta via.

La fortuna di questi “ lavinai levantini o ponentini in continuo confronto” è allocata nella storia del loco parallelo, la stessa esposta in favore, di quanti da oltre Adriatico, mirano imprudentemente di fare Europa, per contributi economici che a breve li soffocheranno.

Per il proprio tornaconto o per quello di alcuni neri, si espongono sin anche in bella mostra le proprie donne, che millantando parentele secolari, tradiscono sin anche quei valori di promessa data, con gesti di dita baciate a mo’ di croce e, se a farlo sono le madri maestre dell’antica Gjitonia, l’inganno diviene storico penoso e senza riparo alcuno.

In tutto, mai nulla si potrà fare per lavare o rendere nobile quella vile apparizione, senza dignità di donna e madre, che non troverà per lei e per i suoi figli pace o conforto divino, ma vagherà per sempre nei luoghi più profondi del fuoco dell’inferno alimentato dal diavolo denaro.

Questi atti restano nella memoria dei periodi preelettorali, migrano subito dopo, nel dimenticatoio pubblico, ma torno quando tutto si ripete, per omaggiare offesa, presentata come “storia genuina”, illudendo ogni genere, tutti pronti ad essere servili, davanti al camino del fuoco gratuito, confuso prospettive di altare cristiano.

La regione storica sostenuta valorizzata, ha due forme sociali fondamentali; la prima è di credenza e tradizioni irremovibili; la seconda di fondare ogni cosa nelle pieghe molli delle zògha materne, che sono sempre a disposizione del diavolo che le ha già contate.

E mentre il primo principio sarà sempre inviolabile o impenetrabile, il secondo denota un numero noto di spigolature, che rendono ogni gruppo di facile semina e, per questo non fedeli alla promessa data, ma solo fatti di interessi molto poveri e senza radice patto sull’altare.

La storia locale dell’archeologia elettorale, è fatta di cose, fatti e uomini, senza ideali, sempre spogli dalle rigide consuetudini che caratterizzano storia, mente e la memoria di ogni luogo.

In questo periodo tutti si svestono o si liberano degli storici costumi, indossando il nudo tipico dei llitiri, in tutto le cose, che lasciano sconcerti, perché ottenute per bocca e gesti non fraterni, ma rapporti di interesse economico e non per credenza di amore familiare.

Nell’intervallo del novennato elettorale, si palesano arresti e accuse di ogni genere, al fine di piegare le masse ignare, ma nulla di ciò accade e, allo spoglio vince il peggio che si possa immaginare, sempre ad opera del nero occulto che in pena perenne manovra i fili vivendo le tragedie che preparava a scapito degli altri.

Le vicende da raccontare di questo intervallo storico, sono molteplici, ma se analizzate tutte con saggezza di studio e si raccomanda, non di archivio, sono ripetitive e colme di pena indefinibili.

Quello che tutti i votanti non sanno, o meglio non ricordano, e qui è il caso di rilevare, sappiano che chi tradisce in pubblica piazza o chi va nei vicoletti a vomitare l’aceto offerto gratuitamente, poi paga di persona e con pena, l’aver tradito i propri fraterni vicini, per il solo gusto dell’odio, imbibito povertà e ignaro del meglio per sé e la sua prole.

In tutto, ignoranza diffusa per odio, la stessa che non fa certo il bene di tutti i cittadini, perché si trincera dietro gli stereotipi senza ragione quali: Comunisti, Fascisti; Democristiani, Socialisti, in tutto, Cattivi Elettori che vincono e fanno danno, ancorati al servilismo storico dell’occulto economico, che resta sempre imprigionato nel progetto del proprio interesse del poco e della non conoscenza della cultura economica forte, che potrebbe sollevarli da  quell’inferno che vivono solitari la pena di chi li ha scelti a contratto.

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