Atanasio detto il Grande (in greco: θανάσιος, in latino: Athanasius; Alessandria d’Egitto, 295 circa – 2 maggio 373) fu patriarca di Alessandria d’Egitto.
Il suo nome è legato alla Scuola teologica di Alessandria, assieme a Clemente e Origene; le chiese ortodossa, copta, e cattolica lo venerano come Santo, quest’ultima lo annovera tra i 33 dottori della Chiesa.
È ricordato inoltre nel calendario storico il due di maggio e la sua festa è celebrata concordemente da tutte le Chiese .
Santa Sofia d’Epiro anche quest’anno è in fermento realizza la festa che rappresenta l’apice di coesione e di credenza di tutta la comunità.
Il ricordo va a tutti quei personaggi che nell’approssimarsi di Maggio, e dal ventitré aprile sino atto giorni dopo il di della festa a Santa Sofia si prodigavano per ricordare e valorizzare il suo operato, nel corso di questo intervallo di tempo e di luogo Sofiaota.
Suggestivi e piena di ricorsi, ogni volta sonoi tanti avvenimenti che legano tutti gli abitanti e il ricordo va ad ognuno di loro.
Si sfornavano ceste di taralli per ben accogliere le visite di rito ed offrirli lungo la processione ai fedeli e ai devoti.
Si ordinavano rendendo più idonee le strade, si adornavano le finestre e i balconi con essenze floreali.
Ogni anno si caratterizzava l’evento con una novità pianificata dalla brillante Commissione e messa in atto dalla popolazione in modo univoco ed esemplare.
L’operosità e l’inventiva paesana realizzarono i rudimentali supporti elettrotecnici, che illuminarono tutto il paese la sera dell’evento religioso, attraverso il contributo di ogni famiglia, che dalle proprie case forniva i segmenti energetici atti a produrre la nuova veste illuminotecnica novità esemplare per quei tempi.
Un altro anno si dipinsero, a calce pigmentata a pastello, le quinte delle case dove sarebbe transitata la processione, comprese quelle della piazza, producendo così una nuova prospettiva incantevole ed emozionante.
Altri anni si preferirono addobbare la chiesa madre, con arazzi e tendaggi di colore porpora in modo da renderla calda e sontuosa, poiché la chiesa a quei tempi era priva dai preziosi dipinti della scuola cretese.
I multicolori Palloni aerostatici che da semplici e rudimentali opere, realizzate con carta velina, colla di farina, ferro filato, resti di candele e rappezzi di sacchi, oggi sono divenuti esempi che vanno per la maggiore in tutta la provincia, grazie ai progressi della N.A.S.A.(Nucleo Aerospaziale Sant Atanasio).
Ricordo la funzione religiosa (mèsha llalbit), che Padre Capparelli, la mattina del 24 aprile, primo giorno delle novene, ufficiava nella Kona di Sant’Atanasio.
Sentivo mia madre, Adolina Kongorelit, di buon ora, la mattina del ventiquattro vestita di tutto punto col tipico costume arbëreshë, avviarsi a piedi verso la Kona in compagnia di un manipolo di devote tra le quali è d’obbligo ricordare: Melina Ngutjt, Anmarja Vukastòrtit, Serafina Kurthvet, Annetta Abelit, Anmaria Pasionatit, Koncetta Miluzith, Rusaria Pixhònit, Martoresa Timbunit, Vittorina e Lilina Zingaronit, capeggiate da suor Melania e le sue consorelle.
Esse si dirigevano verso la Kona ove li attendeva l’indimenticabile Padre Capparelli assieme al fedelissimo Benito Fabbricatore (i bëri Mindìut) e al canto di Djta Jote iniziavano le lodi al santo e la funzione religiosa.
Non so se oggi questa tradizione si ripete o è stata accantonata come tante altre, ma l’entusiasmo e la convinzione che queste donne avevano sono rimaste radicate nei valori e nella credenza che i Sofioti hanno nei confronti di Sant’Atanasio.
Mi auspico che quest’anno rimangano fuori dalla chiesa gli inni e le lodi da stadio che il saggio Archimandrita Giovanni Capparelli ha sempre rifiutato e richiamato la popolazione intera a non esternare all’interno del sacro perimetro, dove esortava tutti a cantare gli inni religiosi e BASTA!
Mi rivolgo alla Commissione, al Parroco e persino al Vescovo affinché questa FESTA conservi gli opportuni caratteri religiosi, in modo che gli insegnamenti del saggio Padre Capparelli non vadano calpestati da chi non lo ha adeguatamente conosciuto e probabilmente rispettato.
Sicuramente anche quest’anno si snoderanno le consuete processioni verso la Kona e poi all’Ottava per le vie del paese, assieme uniti e rispettosi del nostro grande ed amato Sant’Atanasio, capace di unire tutti i sofioti il giorno del 2 di Maggio nella ideale processione dove o con la presenza fisica, o col cuore o con i ricordi ognuno partecipa a questa corale e antica credenza sofiota.