BOLOGNA (di Giuseppe Chimisso) – La pluridecennale cultura del dono, caratteristica intrinseca e distintiva dell’Associazione Skanderbeg di Bologna, ha una nuova occasione per manifestarsi in Santa Sofia d’Epiro, Katund dalla antica e nobile storia, della Regione storica Arbëreshë calabrese. Al Museo del Costume Arbëreshë di S. Sofia saranno donate la reception, cinque sedute ed una piccola libreria per arredare l’ingresso, attualmente vuoto, così da poter accogliere nel modo più conveniente e dignitoso i visitatori. L’iniziativa sarà posta in essere dalla dott.ssa Annalisa Marchianò, sofiota di nascita e residente in Bologna, che ha contattato personalmente il nuovo giovane Sindaco del Comune, Avv. Daniele Sisca, il quale in luglio aveva prodotto apposita delibera dalla Giunta Comunale per l’accettazione della donazione. Questa iniziativa vuole essere da viatico ad uno scambio relazionale che va oltre le cose donate e ricevute. Per dirla a chiare lettere, pensiamo infatti sia importante la diffusione di una conoscenza, seppure epidermica, degli elementi importanti per la gestione corretta del patrimonio materiale tessile della nostra cultura, ed in specie del Museo di S. Sofia, ma non solo di questo; il nostro messaggio è rivolto in primis agli amministratori pubblici, che sono rappresentanti e responsabili delle politiche dei territori nei quali sorgono ambiti museali. Ai più sensibili tra questi amministratori che orienteranno le loro politiche di tutela e conservazione del patrimonio culturale in questa direzione al fine di organizzare articolati progetti di studio, indagini diagnostiche ed interventi conservativi per preservare il patrimonio tessile, a questi amministratori diciamo che la nostra collaborazione sarà sempre aperta e disponibile. Il nostro messaggio vuole essere anche elemento di stimolo e diffusione di indispensabili conoscenze di base, tra le numerose associazioni e gruppi che animano il mondo arbëreshë ed i possessori, anche privati, di preziosi costumi da festa, semi-festivi e giornalieri che caratterizzano la minoranza italo-albanese e che metaforicamente, rappresentano visivamente la propria bandiera identitaria nel bacino del Mediterraneo.
Il dono al Museo di Santa Sofia d’Epiro vuole rappresentare quindi il segno concreto di una grammatica relazionale da costruirsi al fine di preservare, manutenere e diffondere conoscenze di base per la tutela del nostro patrimonio culturale, in questo caso tessile, nella sua specificità tridimensionale del costume.