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PREMIO “HORA VERES”

PREMIO “HORA VERES”

Posted on 12 dicembre 2015 by admin

Premio Ora VeresBARILE (di Lorenzo Zolfo) – La Pro Loco Barile (presieduta da Daniele Bracuto)  con la collaborazione di Convento Wine Space, FIDAS Barile, Comune di Barile e Basilicata in Arte, ha organizzano la seconda edizione “HORA VERES “( I colori della vita, la precedente edizione ha visto la partecipazione di 40 artisti, provenienti da ogni parte d’Italia), mostra Internazionale di Pittura finalizzato alla promozione dell’arte contemporanea e alla valorizzazione dell’arte pittorica che si terrà presso il Convento Wine Space il  13 dicembre con la presentazione di tutte le opere pittoriche giunte nel centro arbereshe ( che rimarranno esposte fino al giorno della premiazione). Il 27 dicembre 2015 la premiazione. Il tema al quale attenersi per questa seconda edizione 2015 è:  “L’Acqua, il vino e l’olio

La commissione, che giudicherà le migliori opere, scelte dalla Pro Loco Barile, sarà composta da un massimo di 9 componenti n.1 Critico d’arte, n.1 Presidente proloco, n.1 Presidente FIDAS BARILE, n.1 Sindaco o Assessore del Comune di Barile, n.1 Architetto, n.1 Presidente Associazione BASILICATA IN ARTE, n.1 Prof. D’arte, n.1 Curatrice arte, n. 1 Presidente di giuria, con il compito di esaminare le opere e proclamare con motivazione di merito il 1° 2° 3° classificato. I premi saranno cosi ripartiti: 1° premio € 500,00 al netto della ritenuta + trofeo 2° premio € 300,00 al netto della ritenuta + trofeo;  3° premio € 200,00 al netto della ritenuta + trofeo; 4° menzione speciale da parte della giuria; 5° menzione speciale da parte della giuria; 6° premio FIDAS BARILE  – targa; 7° premio FACEBOOK – targa; 8° premio giuria popolare – targa. A tutti gli Artisti verrà consegnato un Attestato di partecipazione.

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Protetto: LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA ON. MARIO OLIVERIO

Posted on 31 agosto 2015 by admin

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Lettera di Protesta

Protetto: LETTERA DI PROTESTA ALL’AMBASCIATORE ALBANESE IN ITALIA

Posted on 22 agosto 2015 by admin

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STUDY ITALIAN AND DISCOVER MEDITERRANEAN CULTURE

Posted on 21 luglio 2015 by admin

America2015SAN DEMETRIO CORONE (di Adriano Mazziotti) – Per il quindicesimo anno consecutivo San Demetrio C. si tinge di stelle a strisce. Sono tornati  puntuali, come è ormai consuetudine ad ogni inizio d’estate,  gli studenti americani frequentanti il corso “Study Italian and  discover Mediterranean culture”, il programma della University of Rhode Island e del De Rada Italian Institute che, oltre alle  lezioni e seminari impartiti dai docenti Daniela Roma, Francesca Beretta, Francesca D’Agostino e Daniel Shield, propone ai suoi frequentanti, quest’anno ventinove,  visite d’istruzione in Calabria (Reggio Calabria, Pizzo, Tropea, Unical), in Basilicata (Matera) e in Puglia (Otranto, Lecce, Galatina, Gallipoli).

Il punto di forza del ciclo di studi continua ad essere la sua collocazione in una realtà vissuta all’insegna dell’interazione quotidiana tra i giovani studenti statunitensi e la popolazione locale; un modo originale per elevare la qualità dell’attività didattica e immergersi totalmente in alcuni aspetti peculiari della cultura mediterranea.

Il corso di lingua,  letteratura italiana e cinema si deve alla iniziativa realizzata nel 2001 dal direttore del centro studi deradiani, Michelangelo la Luna, docente presso la University of Rhode Island, uno dei tanti audaci che per raccogliere le soddisfazioni che meritano hanno preferito giovanissimi oltrepassare l’Oceano.

Il programma di studi degli studenti statunitensi concluderà giovedì 23 nell’Anfiteatro comunale con la presentazione della nuova edizione del libro di Carmine Abate, “La festa del ritorno”,

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SCRITTORI INGLESI ALLA SCOPERTA DEGLI ARBËRESHË DI CALABRIA

Posted on 12 maggio 2015 by admin

Norman DouglasSAN DEMETRIO CORONE (di Adriano Mazziotti) – E’  stato questo il tema dell’incontro organizzato dal Liceo Classico in collaborazione con gli studenti dell’ultimo anno.

Sulla iniziativa si è soffermata Concetta Smeriglio,  dirigente dell’Istituto Omnicomprensivo di cui il Liceo fa parte, che ha sottolineato la validità dell’incontro culturale teso ad ampliare gli interessi e le conoscenze degli studenti anche in ambiti extracurriculari.

L’incontro, moderato dal docente di inglese, Adriano Mazziotti, è servito a fare conoscere alcuni dei tanti scrittori e intellettuali britannici che dalla fine del ‘700 agli inizi del ‘900 si sono avventurati in Calabria, visitando anche qualche comunità italo-albanese e grecanica.

Sul tema ha relazionato, in inglese e in italiano, con dovizia di particolari, il prof. Nicola Ceramella, della Università di Trento, fornendo una interessante sintesi dei resoconti, disegni e libri di viaggi lasciati dai visitatori britannici.

Su Norman Douglas, autore di uno dei volumi più apprezzati sulla nostra regione, “Old Calabria”, (Vecchia Calabria) mai scritti da uno straniero  e di cui quest’anno ricorre il primo centenario della pubblicazione, si è soffermato il docente Unical Renato Guzzardi, che ha proposto una  carrellata di foto  sul raffinato e colto scrittore austro-britannico,  raccomandando ai giovani  di leggere il libro, che riserva  anche un capitolo  a S. Demetrio C. e uno alla sua frazione Macchia.

Dallo studente Francesco Damico è partita la proposta rivolta al Comune, rappresentato nell’incontro dall’assessore alla P.I. Damiano Cadicamo,  di intitolare una strada o porre  una lapide commemorativa di  Douglas in un luogo centrale del paese, in segno di riconoscenza per   l’attenzione e l’interesse mostrati dallo scrittore verso questo centro.

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Protetto: VALLET ÇIVITJOTE “Apertura di un nuovo spazio di fatto”

Posted on 11 aprile 2015 by admin

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Protetto: LA PASEGGIATA DEL PRESIDENTE

Posted on 09 aprile 2015 by admin

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IL CANTO TRADIZIONALE ARBËRESH E LA RICERCA DI NUOVE SONORITÀ E LINGUAGGI MUSICALI

Posted on 24 dicembre 2014 by admin

Comunicato stampaSAN BENEDETTO ULLANO – Domenica 28 dicembre c.a. e sabato 4 gennaio 2015, alle ore 16.00, si terrà un convegno di studi presso l’aula del Centro Polifunzionale del Comune di San Benedetto Ullano. L’iniziativa rientra nella cornice di eventi organizzati dal “Arbfestival and Culture” nel biennio 2014-2016. 

Tutte le aree linguistiche dell’Arbëria hanno un variegato repertorio di espressioni polivocale, che prendono denominazioni diverse in riferimento alla località geografica e alle modalità esecutive.

Il patrimonio orale delle comunità italo-albanesi che accompagnava i suoi figli, dall’infanzia alla maturità, nel gioco, nel lavoro, nei riti, nella quotidianità, nell’emigrazione, ma soprattutto nella festa quale celebrazione ed espressione della comunità, sta purtroppo andando perduto. Negli ultimi decenni nuovi mezzi di comunicazione hanno promosso nuovi contenuti e modelli culturali; altre musiche ed altre danze, magari altrettanto belli e suggestivi, hanno sostituito nella nostra memoria una tradizione secolare.

Tornare alle radici culturali di un territorio eterogeneo, ricco di potenzialità ancora inesplorate, riscoprire la ricca tradizione musicale orale e sottrarla al rischio della scomparsa.

Decidere di confrontarsi con le tematiche popolari rappresenta dunque un’esigenza precisa che ha radici profonde nella cultura popolare arbëreshe, della quale ci sentiamo figli e naturale espressione come singoli e come gruppo. Questo confronto tra studiosi ed esperti a San Benedetto Ullano avviene per discutere degli antichi temi e canti della tradizione orale-musicale degli Albanesi in Italia.

L’appuntamento, unico nel suo genere nel panorama degli eventi a livello locale, presenterà il patrimonio culturale immateriale delle comunità italo-albanesi e le relative politiche di tutela e salvaguardia, al fine di promuovere una migliore conoscenza, comprensione, catalogazione e riconoscimento della ricchezza e varietà del patrimonio culturale intangibile arbëresh.

Dopo i saluti del sindaco, Rosaria Amalia Capparelli, del Vescovo S. E. Mons. Donato Oliverio, della diocesi degli Italo-Albanesi dell’Italia continentale, e l’introduzione del direttore organizzativo dell’evento “Arbfestival and Culture”, Italo Elmo, il convegno di studi si incentra su una serie di interventi affidati a studiosi e cultori della materia. Apriranno la serie Nikola Dimitri Bellucci, filologo classico, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Innocenzo De Gaudio, etnomusicologo, Dipartimento Studi Umanistici, UNICAL, Rende, Antonio Gattabria, etnomusicologo – Iconografo, Oliver Gerlach, etnomusicologo – Von Humboldt Universität, Berlin, Alfio Moccia, esperto delle Tradizioni Popolari, Jessica Novello, ricercatrice – Direttore Artistico del Gruppo “Shpirti Arbëresh”, Rose Marie Surace, presidente del “Gruppo Antropologico Rotese”, Vincenzo Straticò, presidente del Gruppo “Moti i Parë”. Dopo le conclusioni affidate a Enrico Marchianò, presidente “Club UNESCO Cosenza” e Pierfranco Bruni, responsabile Progetto Minoranze Etnolinguistiche Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, già componente della Commissione Unesco, il convegno vedrà anche una rappresentanza di vjershëtarë delle zone etnografiche dell’Arberia che eseguiranno alcune modalità di esecuzione del canto tradizionale arbëresh. Per l’occasione interverranno il gruppo dei vjershëtarë “Shpirti Arbëresh” di Cerzeto, il gruppo dei vjershëtarë di San Benedetto Ullano, il gruppo dei vjershëtarë “Moti i Parë” di Lungro.

A coordinare i lavori, il poeta-compositore, Pino Cacozza, direttore artistico “Arbfestival and Culture”.

Hanno concesso il patrocinio al Convegno di Studi, il Comune di San Benedetto Ullano, l’Eparchia di Lungro degli Italo-Albanesi dell’Italia continentale e il Club UNESCO di Cosenza. Gli eventi sono organizzati dall’associazione culturale “Folk Studio Festival”, l’associazione culturale “Arbitalia”, l’Associazione Culturale “Ullania” e il Gruppo Antropologico Rotese. Collaborano all’iniziativa numerose associazioni culturali sparse in Arbëria.

In questi ultimi tre decenni i canti e i repertori si sono rinnovati ed anche trasformati, come accade in ogni processo che sia realmente spontaneo o condizionato solo dal contesto naturale in cui persiste.

Vi sono moltissimi appassionati, che hanno intrapreso importanti attività di ricerca che si è incrociata con la realtà del canto “vissuto e partecipato”, dando nuova energia e vitalità a questo aspetto così caratterizzante della nostra cultura popolare

Gruppi e cantanti solisti, sii avvicinano alla tradizione popolare per scavarla dalle radici e trasformarla nelle ramificazioni, per parlare ai giovani con un linguaggio appropriato, accettato, condiviso e con la stessa grande voglia di sentirsi partecipi dell’atmosfera etnica suscitata.

Soprattutto a questi ultimi è dedicata ed indirizzata la seconda parte del convegno “Il canto tradizionale arbëresh e la ricerca di nuove sonorità e linguaggi musicali” che si terrà sabato 4 gennaio 2015.

Interverranno, Gennaro De Cicco, membro dell’Associazione Culturale “Festival Canzone Arbëreshe – Comitato Storico“, Graziella Di Ciancio, esperta in danze etniche, Ernesto Iannuzzi, cantante e compositore, Angela Iusi, presidente del Gruppo Folk Shqiponjat, Marco Moccia, musicista e cantante solista, Lello Pagliaro, compositore della C.M.A, Peppa Marriti Band, gruppo rock arbëresh, Marco Sabato, musicista e cantante solista, Spasulati Band, gruppo musicale, Ivia Tavolaro, dir. Artistico “Gruppo Folk Ullania“.

Introduce i lavori il poeta/compositore Pino Cacozza.

Alla fine degli interventi, presentazione dell’ audio-video ebook “I tesori della Cooperativa Musicale Arbëreshe“.

I lavori saranno coordinati da Simona De Angelis, referent management culturale Arbfestival and Culture.

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RAFFAELE VINCENZO BARONE, PITTORE ARBËRESHË

Posted on 08 ottobre 2014 by admin

Perri2014VACCARIZZO ALBANESE (di Francesco Perri) – Sarà presentata nel suo paese natale, Vaccarizzo Albanese, la monografia su Raffaele Vincenzo Barone (1863‐1953), che Cecilia e Francesco Perri hanno scritto e pubblicato ne “I quaderni dell’IRFEA”, sezione Arte, diretta da Cecilia Perri per i tipi de “La Mongolfiera Editrice”.

L’appuntamento è per le ore 17,30 del prossimo 12 ottobre, nella sala Convegni “Palazzo Marino”. L’evento, introdotto e coordinato da Carlo Rango, vedrà la partecipazione del sindaco di Vaccarizzo, Antonio Pomillo, dell’editore Giovanni Spedicati, della presidente dell’azione cattolica della cittadina arbëreshe, Chiara Liguori, e del vicario dell’Eparchia di Lungro, Papas Pietro Lanza.

Alla presenza degli autori, e grazie anche ai loro interventi, ci si soffermerà sulla figura e l’opera di Raffaele Vincenzo Barone senza trascurare un cenno agli altri pittori che sono vissuti a Vaccarizzo e che sono ricordati nella monografia dei Perri (Eugenio Lorenzo Barone, Antonio Scura, Alberto Marchianò, Giuseppe Antonio Marchianò e Raffaele Barone).

Il libro, impreziosito dalla prefazione di Giorgio Leone, nella prospettiva di ri‐scoprire personaggi, fatti ed eventi che si sono succeduti nel corso della storia locale e che, spesso sono stati dimenticati, il libro – si diceva – lontano dal cadere nel municipalismo e nel localismo, è frutto di uno scavo su documenti d’archivio (ivi riprodotti) e di una ricerca, entrambi scientificamente condotti, che hanno consentito la stesura di una biografia dei pittori e la redazione di un catalogo delle loro opere finora reperite. Emerge, sia per la dovizia delle notizie finora disponibili sia per la qualità delle sue opere, la figura di Raffaele Vincenzo Barone «considerato ‐ scrive Cecilia Perri ‐ un rinomato pittore e disegnatore, la cui arte è principalmente orientata verso la pittura di paesaggio e la ritrattistica», un artista che, giovanissimo, emigrò nell’America Latina dove svolse un’intensa attività tanto da essere ricordato come un “Pioniere dell’arte” nella città argentina di Rosario, dove tuttora riposa.

Lavoro complesso, quindi, è quello che traspare da questo libro, lavoro che, per dirla con Dante Maffia, è «estremamente necessario per ricostruire le identità dei luoghi e della gente che ha abitato e abita i luoghi periferici, anche per evitare di infossarsi nel luogo comune che i paesi del Sud hanno vissuto soltanto e sempre dentro il recinto asfittico del lavoro dei contadini senza nessuna apertura verso il bello».

 

Carlo Rango

Presidente

Associazione culturale privata IRFEA

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GINESTRA, PIATTI TIPICI E STORIE DI EMIGRANTI ARBERESHE

Posted on 03 settembre 2014 by admin

DIGITAL CAMERAGINESTRA (di Marianna G. Ferrenti) – Si è svolta a Ginestra la 17esima edizione della Sagra dei Prodotti Arbereshe, una tradizione che la Pro loco Zhurian ha intenzione di perpetrare ancora per molti anni a venire. Una piacevole serata in compagnia può diventare un’occasione di ritrovo e di recupero di amicizie di cui si era persa traccia, perché ognuno nella luogo di approdo, un ormeggio di relax e benessere che aiuta a purificarsi dalle complessità giornaliere recuperando il senso dell’origine, il sapore della propria terra natia, il profumo dei paesaggi collinari intinti nel verde dei vigneti e nei sapori di un buon vino Aglianico di Ginestra. La Sagra, organizzata dalla Pro loco Zhurian, senza sponsor, anche quest’anno ha raggiunto il suo scopo: riunire la comunità in un caloroso abbraccio, ricongiungendo i familiari emigrati che ogni anno fanno ritorno nella propria terra. Il presidente della Pro loco, Massimo Summa ha così commentato la serata: <<è una festa ormai consolidata, ogni anno preferiamo mantenere tutto uguale perché alle comunità che vengono ogni anno piace così com’è. Cambiamo solo il menù cercando di cucinare piatti che da noi qui a Ginestra si consumano quotidianamente, ma chi abita ad esempio al nord non è abituato a cucinare. La gente viene qui per assaporare gli antichi sapori>>. Oltre naturalmente a ossigenarsi nella propria terra di origine congiungendosi con amici e parenti. <<È una festa che permette agli amici di stare insieme e in compagnia, un po’ come avviene ai matrimoni, lì, però, non capita mai che 300 persone che non si conoscono stiano insieme allo stesso tavolo>>. <<Veramente stasera abbiamo realizzato più di 300 pasti ed è stato per noi un piacere>> aggiunge la vicepresidente della pro loco, Lucia Milito.  Il sindaco di Ginestra, Giuseppe Pepice, ha così commentato: <<l’iniziativa nasce quando ho avuto il mio primo mandato da sindaco e sono molto contento di dire che ormai è diventato un appuntamento costante dell’estate e auguro che continui a esserlo per molti anni. È bello vedere dialogare un’intera comunità intorno ai piatti tipici, è un momento di spensieratezza per riscoprire i profumi, i sapori e le culture del passato. Dietro ogni tavolo si racconta una piccola storia>>. È la storia di persone umili e genuine, di onesti lavoratori, di intere generazioni che per necessità di sopravvivenza sono state costrette a partire, lasciando con un po’ di nostalgia, un pezzo di loro stessi in questa terra lucana. Abbiamo girato tra i tavoli per catturare, senza volerle imprigionare, le storie di alcune famiglie perché dietro un evento allegro e spensierato si cela un vissuto carico di sospiri ed emozioni. Partiamo dalla famiglia Bellotti di Maschito o la famiglia Carrieri che abita a Borgaro Torinese e ogni anno torna in Basilicata per riscoprire le proprie origini e il cui capofamiglia dice <<sono un emigrato da oltre cinquant’anni ma sono molto legato alla vostra terra, qui ho la casa paterna. All’epoca qui non c’era niente, il Piemonte mi ha dato tutto, mi ha fatto uomo, padre e nonno, i piemontesi sono brava gente ma sono più riservati e freddi, dei lucani invece amo la loro umiltà che riconoscono gli stessi piemontesi. Il mio datore di lavoro ha trascorre le ferie a Maratea e ha detto che gente così bella non l’ha mai vista>>. Un’altra emigrata svizzera racconta di alloggiare a Ripacandida rivelando che dalle sue parti non si organizzano feste così calorose in cui si mangia, si balla, si ride. Lì si lavora e basta”. Perfino una signora che da poco ha compiuto 100 anni, perfettamente lucida, ha voluto esprimere una sua riflessione a dimostrazione che l’aria di Ginestra, in grazia di Dio, rende perfino longevi: <<Mi chiamo Nunziata Larossa – ha detto l’anziana signora seduta al tavolo – da una vita abito qui. Questa è casa mia, in piazza Risorgimento, il numero civico non lo so, domani verranno i vigili a mettere la targa. Me lo ha assicurato il sindaco in persona>>. Anche una coppia di Legnano, giunti per la prima volta a questa sagra, ha voluto esprimere, parole di encomio per la perfetta organizzazione: <<è bello stare qui, in compagnia con le persone che conosciamo ma anche con quelle che non conosciamo>>. “Mio papà è andato via negli anni ’60 si è trasferito a Legnano, nel milanese, poi nel ’63 lo abbiamo seguito io e mia madre. Avevo 10 anni”. Ginestra, come tutta la Basilicata, è stata ed è tuttora terra di emigrazione ma è anche una terra in cui è bello anche viverci tutto l’anno perché occasioni simili, in cui le famiglie si riuniscono, avvengono un po’ tutto l’anno fra coloro che restano. E un signore di Legnano Micciché Calogero ha voluto lui stesso lasciarci un pensiero sul nostro taccuino con cui giravamo a raccogliere la testimonianze dei conviviali. Purtroppo, come in una ricorsività ciclica, anche i giovani come i nonni vanno via, oggi come negli anni sessanta, per trovare migliore fortuna. La signora di Legnano dice:una cosa che dovrebbe far riflettere, tutti noi, genitori e figli lucani <<Io direi ai giovani di inseguire i propri sogni, di fare le proprie esperienze e di prendere la propria strada, di andare a lavorare fuori, perfino all’estero, perché stare alle spalle dei genitori non serve. Certo, è difficile, le aziende chiudono anche a Milano. Lavoravo in un’azienda di filatura, sono riuscita ad andare in pensione appena prima che essa investisse all’estero>>.  Per una signora di Bari che torna ogni anno, questa sagra è diventata davvero una consuetudine familiare <<a mio marito piace il paese, l’aria, il profumo. E i prodotti sono genuini>>.  Un altro signore: <<Sono venuto a trovare i suoceri. Mia moglie è di Ripacandida ma abitiamo anche noi a Legnano. Piace anche a me la genuinità della gente. Mi chiede cosa esporterei di questa terra? Il clima e l’accoglienza che è davvero unica>> E cosa vorrebbe che migliorasse? <<i servizi sanitari e di trasporto>>. Presenti anche alcune comitive venosine tra cui emerge la testimonianza di Franco Soldo: << ho rivisto una collega e amica con cui ho studiato insieme a un corso di infermieri. Non ci vedevamo da 34 anni e stasera casualmente l’ho rincontrata. Di Ginestra amo la cordialità della gente e devo segnalare la perfetta organizzazione della Pro loco. Mi piacciono molto le occasioni di incontro e di convivialità. Ogni anno a Venosa organizziamo in assoluta familiarità una rimpatriata con tutti gli ex compagni di classe della V A della ragioneria, i “vecchi” ragionieri del ’57, è un’occasione per fare una pizza e stare in allegria tutti insieme>>.

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