NAPOLI (di Atanasio Pizzi) – Luigi De Magistris, l’ex magistrato ha vinto le elezioni amministrative del capoluogo partenopeo, con il 65% dei consensi. De Magistris espressione di uno dei movimenti cosiddetti minori del centrosinistra ha dovuto prima superare la concorrenza interna, al primo turno, per poi affrontare il candidato che con lui ha sortito il ballottaggio. La misura del successo supera ogni previsione per chi si era posto come candidato alla guida dell’aggregato urbano noto a tutti per annose emergenze di varia natura. De Magistris dato per sconfitto da tutti i sondaggi elettorali, alla fine ha prevalso ed ora dovrà fare i conti con le responsabilità che si è assunto nell’amministrare la capitale partenopea.
I punti di margine con cui ha staccato il suo avversario sono talmente sbalorditivi che danno, agli analisti, l’opportunità di esternare le analisi politiche, sociali ed economiche più disparate. Lo sciame di esperti politologi produrranno schemi e analisi secondo cui i mali della città dipendono da chi si è avvicendato alla sua guida. Napoli, esempio metropolitano unico nel mondo si riassume in un dei suoi detti di cui si va tanto fieri: è il popolo che lo vuole; potrebbe sembrare che sia riferita alla scelta che il popolo preferisce per la guida della città, ma non è cosi, poiché è riferita allo spirito liberale che muove i partenopei è legato al fatto che a pagare le conseguenze sono sempre i non organizzati. Dalla catastrofe dei rifiuti alle infiltrazioni della camorra, al mancato rilancio turistico, alla lotta del degrado urbano, sono le conseguenze di questo modo di vivere sbagliato. Napoli non è nuova a questi eventi, sono stati tanti i segmenti temporali in cui si è pensato di poter cambiare le sorti della meravigliosa e assolata baia e a tal proposito tornano attuali le vicende che visse la città durante la rivoluzione del 1799, quando il Presidente del Comitato dell’Amministrazione Interna, rappresentato da Pasquale Baffi sottoscrisse un provvedimento con il quale il Governo preso atto che il popolo, possa in un tratto dalla schiavitù alla liberta, non possa dirsi compitamente rinato ad uno stato così felice se istruzioni uniformi di dura morale e dì vero patriottismo non formino ugualmente in tutti gli individui lo spirito e il costume pubblico, verso sostegno delle buone leggi; e venuto a disporre che questo Comitato dell’interno formi una commissione per costumi e per dottrina riputati, i quali dovranno dirigere le operazioni ed intrusioni che debba fare secolare regola; dorranno formare nel più brave termine un Catechismo di morale all’intelligenza di tutto il popolo, presentarlo a questo Comitato per l’approvazione, e quindi farlo insegnare in tutti, i luoghi vigilando per l’esatto adempimento di tali oggetti di pubblica istruzione e dell’intelligenza del Ordinario locale, il quale dovrà significare il voto della commissione e sospendere le persone poco abili all’ esercizio di tali funzioni.
Gli storici descrissero gli uomini di quella rivoluzione, che iniziò il suo percorso sperando di educare la città alla civile convivenza, Giovani e ingenui idealisti.
Sono passati più di due secoli e mezzo da questa annotazione e Napoli ancor oggi presenta gli stessi ed identici problemi.
L’auspicio è che De Magistris possa invertire la tendenza partenopea, che nei costumi e in tutte le sue manifestazioni allegoriche, non ha mai affidato il suo modus vivendi alle leggi o alle regole della normale convivenza.
A Napoli si sono avvicendati Francesi, Spagnoli, Austriaci, Sabaudi, poi la Repubblica con i suoi adepti, ma le allegorie partenopee hanno sempre avuto ragione su tutti, chissà se il Sindaco ex magistrato riuscirà, anche lui, a produrre la miracolosa cadenza.
Napoli è la città dalle mille contraddizioni, dei mille mestieri che non trovano collocazione in altro luogo, è la città dove la strada è abitazione quindi proprietà privata, qui hanno trovato ispirazione, poeti, cantanti, attori, teatro gratuito a cielo aperto che non chiude mai i battenti e che ogni non senso trova la sua più logica applicazione.
Le sue emergenze si possono riassumere nei rifiuti che risiedono nel centro e nella sua infinita periferia, preziosa e nello stesso tempo pericolosa miscela esplosiva, sino a quando non si troverà la formula esatta per poter scindere le parti sane da quelle marce Napoli rimane sempre quello che il popolo vuole.
Auguri Signor Sindaco e buon lavoro