NAPOLI (di Atanasio Pizzi Basile) – “Gjitonia” modello consuetudinario e sociale della minoranza Arbéreshè, rappresenta per essi, il luogo dei cinque sensi, una barriera immateriale, priva di porte, elevati o fossati; essa vive grazie al patto di mutuo soccorso in favore dell’idioma, le consuetudini e le credenze, tutte da tutelare.
Simulazione di parentado, stringe rapporti di collaborazione materiale e immateriale, nella continua ricerca di un remoto legame di sangue, risalente ai tempi della famiglia allargata Kanuniana (si dice Gijtoni è come un Parente).
Essa rappresenta il fuoco domestico condiviso, il cui calore vuole unire idealmente, propagandosi attraverso l’uscio di casa, poi lungo gli incroci e i vicoli sino a giungere nei palcoscenici di confronto, scontro per terminare nel mutuo soccorso dell’operatività agro silvo pastorali.
Un percorso ideale che riverbera patto, lungo e confini indefiniti dei “Rioni”, dove ripete più volte, allargandosi e restringendosi come un cuore che pulsa, colmando e svuotando valori gesta e attività mai stipulate in forma scritta preventiva, in quanto promessa .
Gjitonia non è mero vicinato indigeno, è la radice di una cultura antica, come un fiume che trasporta senza consumare le cose nel tempo.
Riconoscerla non è semplice, in quanto, bisogna viverla avendo padronanza di tutti gli ingredienti basilari, essa non non ha tempo, ma segna le attività attuate nel confronto con altri simili, il tutto, se opportunamente predisposte è avvertito e vissuto anche nei tempi brevi del turismo di massa, specie quando è fatto con criterio raffinatezza e garbo storico in accoglienza.
Gjitonia non sono le strade, le porte prospicienti la cosa pubblica, le piazze o le strade, giacché è l’insieme ambiente naturale, costruito e uomo a rendere possibile questo fenomeno così denominato in Arbéreshè.
Oggi, all’interno dei Katundë di minoranza storica, si potrebbe vivere identicamente, questa favola sociale, nonostante la globalità e la modernizzazione, che si dice che l’abbiano spenta o addirittura terminata.
Vero è che non è la dimensione del luogo, o le forme delle porte, le pieghe urbanistiche o le epoche a fare Gjitonia, in quanto, essa rappresenta la via maestra per la convivenza sostenibile, tra generi e culture dissimili.
Lo “Sheshi” del futuro ha cambiato le dimensioni, accorciato le distanze con i media sempre più presenti; tuttavia il fenomeno sociale non è mutato, ha bisogno solo di essere applicato secondo le antiche metodiche, ovvero, l’uso del patto di mutuo soccorso, che in tutte le latitudini si concretizza e diventa “ Integrazione”.