NAPOLI (di Atanasio Pizzi Basile) – Nel discutere dei tanti luoghi della storia arbëreshë qui a Napoli, non molti mesi addietro, ebbi modo di affinare un episodio fondamentale, grazie alla guida attenta dallo studioso ing. Giovanni Panzera, relativi agli eventi, secondo i principi dell’ordine del drago, che videro accolta a Napoli la moglie dell’eroe nazionale Albanese Giorgio Castriota, “comunemente appellato Scanderbeg”.
Alla luce dei fatti, risulta che dal 1468 al 1502 la regina dimorò a Napoli e dall’agosto del 1469, presso S. Chiara, per chiudersi nel più riservato dolore di regina e madre afflitta dedicando, il suo tempo alla preghiere, sino a quando la Regina Giovanna di Trastámara (anche Giovanna III) gli affidò il ruolo di madre di corte.
Tornando ai giorni nostri, questa storia di accoglienza, non avrebbe avuto la giusta misura di lustro, se non ci fosse stata la mia ventennale collaborazione con il collega e Consigliere Comunale di Napoli, architetto Gaetano Troncone, il quale si è subito prodigato a farmi incontrare il sindaco Luigi De Magistris, quest’ultimo, nell’immediatezza del nostro incontro, ben accolse la proposta di allocare una lapide in memoria, di quanto gli veniva esposto con dettagli e particolari inediti, specie quando veniva sottolineato, il dato secondo il quale la nobile mogli dell’eroe Albanese, a Napoli, trovo il porto mediterraneo sicuro, dove poter vivere ricordando e onorando l’eroe Albanese deceduto, in quanto di una principessa si stava trattando.
Questo incontro avvenne nel mese di febbraio nella sede comunale di Palazzo San Giacomo di questo anno, a seguito mi affrettai a disegnare il manufatto marmoreo da apporre.
Nel contempo, coinvolsi il Sindaco, il Vicesindaco e studiosi locali di Greci, l’unico Katundë Arbëreshë, dove ancora si parla l’antica lingua e si vive secondo regole consuetudinarie antichissime.
L’amministrazione Comunale di Greci ha subito predisposto misure per ricambiare, in forma di rispetto, l’accoglienza che i partenopei rivolsero alla nobile donna, l’atto si concretizza nel donare il manufatto in marmo per ricordare il luogo della memoria del condottiero scomparso, con una duplice dicitura in italiano e in Arbëreshë.
Il sindaco De Magisteri ha preso a cuore la storia di Scanderbeg e della moglie Donica Arianiti Comneno e nel breve temine ha riunito la commissione toponomastica, la quale letto e trovato conferme, ha approvato l’apposizione della manufatto marmoreo, nei pressi del Monastero di Santa Chiara, lungo l’omonima via, dove a breve avrà modo di essere allocata il marmoreo di ricordo.
Una nota di merito va al Consigliere Comunale Gaetano Troncone, per aver innescato tutto ciò, ma un plauso inestimabile, che tutta la Regione storica Arbëreshë e l’Albania deve riconoscere, va al Sindaco Luigi De Magistris, il quale pur dovendo amministrare una città che conta milioni di abitanti, e le relative problematiche a cui va rivolto tanto impegno, ha espresso interesse particolare al momento storico, svoltosi nei pressi del complesso di Santa Chiara; diversamente da tanti altri amministratori minori, i quali avendo meno impegni, sprecano e cancellano la memoria delle cose arbëreshë, preferendo esclusivamente attività senza radice, che terminano inesorabilmente, nel lasciare il tempo che trovano.