NAPOLI (di Atanasio Basile Pizzi) – La Regione Storica Arbëreshë ha avuto una brusca frenata relativamente agli appuntamenti d’estate; comunemente appellate Valje, e dell’inverno con i soliti riversamenti di cultura; a tutt’oggi non si riesce a comprendere come e quando questo “modo di confrontarsi” avrà termine.
La pausa, causa del Covid-19, e il conseguente distanziamento fisico o per meglio dire isolamento sociale, è comunque un’opportunità “irripetibile” per ricalibrare l’Athanor per ottenere la pietra filosofale tanto attesa e molte volte millantata, per la sostenibilità tangibile ed intangibile della regione storica.
La calibratura dei soliti riversamenti di cultura, la ricerca archivistica confrontata con il territorio, renderà più chiare le vicende della storia, elementi indispensabili per manifestazioni irripetibile e indispensabili a restituire solidità alla compromessa radice minoritaria.
Premettendo che questo non vuole essere un indirizzo definitivo, ma visti i risultati solidamente ancorati a documenti e territorio sino a oggi ottenuti, sono da ritenere come una traccia da percorrere per una meta certa da conseguire.
Ragion per la quale l’esser sati interrotti in manifestazioni canore, culturali, folclorico e di sviluppo del territorio, viene intesa come l’opportunità, per ricollocare elementi multi disciplinari nel forno ovoidale; l’Athanor con l’auspicio che la combustione sortisca nella pietra filosofale arbëreshë tanto attesa.
Tracciare la storia degli omini che della regione storica ne hanno fatto una ragione di vita presenta numerose difficoltà. Queste storie molto spesso sono propinate al pubblico come «storie di Scrittori», senza badare che si tratta, nella maggior parte dei casi, di «cose» diverse, di storie uomini che della scrittura conoscevano bene Latino e Greco mentre l’arbëreshë lo sapevano solo parlare e che muovono in una direzione che si chiamava ricerca del «BENE DELLA COMUNITÀ – ED ALLA GLORIA DEGLI UOMINI DI TUTTO L?UNIVERSO».
Gli arbëreshë rappresentano la parte buona della società in ogni epoca e, come sovente accade, anche qui trovano rifugio avventurieri e ciarlatani, alla continua cercano di entrare a farne parte del glorioso elenco di eccellenza, per trarre qualche profitto personale.
Dimostrare che siano riusciti a distrarre l’Istituzione storica dal suo compito principale di formazione degli uomini a scapito dell’ esaltazione delle loro virtù diventa sempre più preoccupante, a tal proposito e per scoprire le loro vesti sarebbe il caso interrogarli pubblicamente durante i loro rocamboleschi concerti e spegne una volta per tutte la falsa pietra filosofale, che dicono di possedere, dentro le casse armoniche di organetti mandolini e le pelli tese dei tamburi.
Adesso che inizieremo finalmente a camminare, per essere atleticamente mentalmente e liberi da falsi miti e comini leggende parallele, dobbiamo liberarci, dei veli pietosi che ci offuscano la mente oltre la copiosa polvere, che appesantirebbe il nostro cammino di eccellenza.