NAPOLI (di Atanasio Pizzi) – Il primo Sabato di febbraio saranno ricordati e onorati i morti per chi crede nei dettami religiosi della Regione storica Arbëreshe, una consuetudine che affonda le sue radici nel valore che i minoritari assegnano al ricordo dei defunti.
Ogni famiglia da Domenica mantiene acceso la fioca luce a olio;indica alle anime in pena e trovano la via per tornare, nel luogo dove vissero nella piena armonia dei cinque sensi.
Una tradizione antica, la cui origine è remota; essa parte da un principio che caratterizzava e caratterizza gli Arbanon nel corso della loro storia.
Un appuntamento antico che gli arbëreshë rievocano prima nel privato davanti al camino delle abitazioni e poi tutto il katundë, unito negli ambiti di sepoltura (il sabato a iniziare dalla domenica precedente, la cadenza annuale).
Essa rappresenta la preparazione delle luce che va in cielo, la fine dell’inverno, presto sarà il solstizio, si avvia l’estate e il sole tornerà a illuminare i territori dove indigeni e arbëreshë hanno condiviso dolori e gioie.
La giornata rappresenta, l’appuntamento della rinascita, il momento della fratellanza, fu il Baffi a comprendere lo storico momento della partecipazione condivisa, tra esuli e indigeni, titolandola quale “Vera e Arbëreshëveth”.
La giornata rappresenta il momento cruciale del ricordo dei morti; febbraio è il limite del nuovo inizio, il risveglio del territorio, delle genti e dei popoli con ideali e valori diversi, secondo le cadenze importate dalla terra di origine.
Essa potrebbe sembrare una funzione religiosa, ma così non è, in quanto, il ricordo dei morti viene prima di ogni religione, essa non ha forme o ideali da contrapporre tra noi e i nostri cari.
Gli abitanti della Regione storica Arbëreshë, sanno che questo è un momento d’intimità diretta, ci rechiamo in quei luoghi, senza l’ausilio di terze cose, idoli o persone, non esistono spazi, barriere fisiche che possono o devono mascherare il nostro cuore da quello dei nostri cari.
Solo una fiammella e nulla più, essa indica la direzione in una dimensione infinita che avvicina i nostri sensi e quelli dei nostri cari.