BARILE (di Lorenzo Zolfo) – La comunità arbereshe di Barile, grazie al Comitato Sacra Rappresentazione della Via Crucis di Barile, presieduta da Angioletta D’Andrea, il 3 gennaio scorso è stato a Roma in piazza S.Pietro a visitare il Presepe (attorniato da splendidi plastici raffiguranti alcune scene della Cripta del Peccato originale di Matera) realizzato dall’artista materano, Franco Artese la mostra Basilicata: Tradizioni, Arte e Fede promossa dalla Regione Basilicata, dall’APT e dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata, con il coordinamento della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata. Questa mostra, inaugurata il 24 dicembre è visitabile fino al 3 febbraio presso il Braccio Carlo Magno, in Vaticano. Nella sezione espressioni della devozione popolare non poteva mancare Barile con la sua Sacra Rappresentazione con personaggi viventi del Venerdì Santo di Barile, la più antica della Basilicata e del Sud Italia. Le sue origini risalgono al 1600. Da allora, ogni anno, ininterrottamente, “Fede, Tradizione e Storia”, in quest’angolo di terra della Basilicata, per le viuzze del centro storico si tengono per mano il giorno del Venerdì Santo. Tra i personaggi in mostra a Roma, vi figura il Moro, è un personaggio pagano, creato dalla tradizione del borgo vulturino. Non ha origini precise. Forse simboleggia i Turchi, che nel 1400 minacciarono l’Albania, causando dal «Paese delle aquile» la fuga di molti cittadini. Gli albanesi fondarono diverse comunità nell’Italia meridionale. Compresa quella di Barile. L’11 maggio del 1983 il “Comitato Sacra Rappresentazione – Via Crucis di Barile” realizzò a Roma e nella Città del Vaticano, alla presenza di Giovanni Paolo II, l’inimitabile processione dei misteri, ricevendo la Benedizione. Ad accogliere il visitatore in questa mostra un maestoso Carro della Bruna, che si festeggia a Matera ai primi di luglio. Tra i tanti visitatori del 3 gennaio, si è notata la presenza di due anziane. Lucia Carriero di Matera, adesso abita a Roma e Maria Altavista di Brienza di circa 90 anni , ospite della signora materana.Alla vista di queste gigantografie dal titolo Terra d’incanto e di sacralità hanno riferito: “ Matera ed altre cittadine lucane finalmente finiscono di uscire dall’anonimato, contrariamente allo spirito meridionale. Finalmente anche i piccoli centri della Basilicata visti da tutto il mondo”. Che questa mostra sia visitata da centinaia e centinaia di persone ce lo conferma Martina Buoscio di Roma, una delle assistenti di questa mostra: “dal giorno di inaugurazione, 20 dicembre, entrano almeno 600 persone al giorno. Quelli che vi entrano, non è gente da passatempo, percorrono con attenzione ed ammirazione tutte le sale della mostra, come anche i video sono visti da tante persone”. Una famiglia di Brescia, pur non conoscendo la Basilicata, ha riferito: “chiunque visita questa mostra alla fine ha voglia di visitare questa regione”. Dispiace non aver visto gigantografie inerenti il Santuario di San Donato di Ripacandida gemellato con la Basilica Superiore di Assisi grazie ai suoi splendidi affreschi cinquecenteschi o i centri arbereshe con le loro tradizioni culturali! La giornata della comunità arbereshe di Barile è continuata per alcuni con un pranzo al ristorante”I Vascellari” gestito da un lucano, Ivo Bitetti di Paterno, in quel momento frequentato da Francesco Apolloni, sceneggiatore (distretto di polizia),regista (Un sueno a Mitad) e attore( in scusa ma ti voglio sposare) e Alessandro Haber, attore, regista e cantante, ed altri con la visita presso le Scuderie del Quirinale alla mostra di Vermeer, il secolo d’oro dell’arte olandese.