Posted on 27 giugno 2013 by admin
SAN DEMETRIO CORONE (di Adriano Mazziotti) – Sono tornati a S. Demetrio Corone, puntuali come ogni anno dal 1990, gli studenti della University of Rhode Island per frequentare corsi di lingua, letteratura italiana, di cinema, film e anche cicli di seminari e conferenze, offerti dal programma del De Rada ItalianInstitute, gestito dal Centro Studi Deradiani. Il sodalizio culturale che da tredici anni consente a centinaia di studenti di visitare la nostra regione e molto spesso di ricongiungersi ai loro parenti calabresi. Grazie al Centro deradiano, il piccolo centro calabro-albanese, è sede
L’arrivo dei diciannove giovani statunitensi nel centro italo-albanese e i corsi estivi di cultura italiana si devono alla iniziativa del professore sandemetrese Michelangelo La Luna, docente di lingua e letteratura italiana alla Università di Rhode Island, fondatore e direttore del De Rada ItalianInstitute e del Centro Internazionale di Studi Deradiani.Un calabro-albanese che negli Usa, da oltre venti anni, lavora sodo, facendosi apprezzare dalle autorità accademiche dove ha prestato servizio.Gli studenti statunitensi, giorno dopo giorno, prendono familiarità con la gente del posto, apprezzandone il forte senso di ospitalità, il calore umano, l’affabilità, la bontà della cucina.Nella visita al complesso del Sant’Adriano i giovani Usa hanno dimostrato grande attenzione per i tesori d’arte custoditi nella chiesa omonima e interesse per la storia degli italo-albanesi.
Tra le novità dello stage estivo di quest’anno vi sono la sceneggiatura del nuovo film sui rapporti Usa e la Calabria e la ricerca sulle tradizioni gastronomiche calabro-arbereshe. E il 2 luglio, per la prima volta a S. Demetrio C., arriva la scrittrice Dacia Maraini, ospite del De Rada ItalianInstitute. La nota poetessa e saggista toscana, amica di vecchia data del prof. La Luna, lo scorso marzo nella Università di Rhode Island, ha tenuto una serie di interventi sulla storia delle scrittrici italiane, sulle ragioni per cui lei stessa scrive e sulla festa della donna.
Posted on 20 giugno 2013 by admin
BARILE (di Lorenzo Zolfo) – Ritorna, secondo l’antica tradizione , la cerimonia laica del “battesimo delle bambole” (Puplet e Shenjanjet) nella festività di San Giovanni Battista. Per iniziativa dell’Associazione Intercultura presieduta dall’Insegnante Giovina Paternoster con la collaborazione del coreografo Robert Lani (un albanese trapiantato a Barile da oltre 20 anni e ben integrato nel tessuto sociale, fino al punto da costituire una scuola di ballo che promuove anche canti in arbereshe) e di numerose famiglie e giovanissimi in costume tipico arbereshe.Bambini ed adulti lunedì 24 giugno alle ore 18, nel piazzale della stazione si esibiranno in questa cerimonia laica. E’ una antica tradizione arbereshe che si festeggia il giorno di San Giovanni Battista. Le bambine tra i sette e gli undici anni, accompagnate dalle loro madri si recano allegramente presso il piazzale della stazione di Barile.Le bambine formano delle coppie, vicino ad una rampa di scale in pietra. In ogni coppia vi è una con una bambola confezionata appositamente per questa circostanza. Sono bambole ottenute avvolgendo delle fasce e pannolini per neonato attorno al manico di un grosso mestolo di ferro o di alluminio.
La testa ha la calotta sferica riempita di stracci e avvolta da un panno bianco con il viso dipinto sulla parte convessa. Cuffiette di lana, camiciole, magliettine, bavaglini e sacchetti porta infante completano l’abbigliamento delle bambole. A turno le bambine madri depongono a terra, con gran cura, come se si trattasse di neonati in carne ed ossa, le bambole-figlio collocandole subito sotto il primo gradino della scala di pietra e saltano per tre volte ogni volta pronunciando, cantilenandola, la seguente formula: Pupa de San Giuanni Battizzami sti pann Sti pann sono battezzate. Tutte cummari sime chiamate. Il rito finisce in questo modo:la pupattola viene presa e baciata, quindi la comare bacia la bambina- madre consegnandole la figlia. Dopo la cerimonia tutti festeggiano mangiando dei biscottini.
Posted on 12 giugno 2013 by admin
GINESTRA (di Lorenzo Zolfo) – Per ricordare Raffaele Ciriello, fotoreporter ucciso nel 2002 a Ramallah in Palestina,originario di Ginestra, la Provincia di Milano propone nel Foyer di Spazio Oberdan la mostra “I bambini e la guerra. Cartoline dall’inferno”, a cura di Paola Navilli (moglie di A.Raffaele Ciriello) e Elisabetta Ponzone, che documenta la sua particolare attenzione nei confronti dei bambini, i civili più inermi che incontrava sui fronti di guerra. Nell’assurda ferocia di tutti i conflitti che ha documentato, Ciriello ha sempre cercato nei volti e negli sguardi dei più piccoli il dramma, ma anche l’umanità. Scatto dopo scatto, reportage dopo reportage, i civili e soprattutto i bambini diventano non più solo “anonimi effetti collaterali dei conflitti”, ma protagonisti e speranza di un mondo possibile. La mostra propone immagini scattate in Somalia nel 1992/93; in Pakistan, Afghanistan e Bosnia nel 1995/96; in Rwanda nel 1996; nel Sahara Occidentale e in Kosovo nel 1998; in Eritrea, Cecenia e Iran nel 1999; in Libano e in Sierra Leone nel 2000; in Palestina nel 2002. “Non so se è vero che i fotografi possano a volte fissare ciò che altrimenti gli altri non riuscirebbero a vedere. Ma ogni volta che leggo di un giornalista o di un fotografo caduti vittime di una granata, o di una pallottola vagante, o di qualunque altra cosa, ritorno alle fotografie che ho scattato, e guardo le persone che ne sono protagoniste. Quando i miei occhi incontrano i loro, mi sembra di capire tutto.” (Raffaele Ciriello, 1998). Raffaele Ciriello (Venosa 1959 – Ramallah 2002), nato in Basilicata, ma milanese di adozione, era un chirurgo plastico convertito alla fotografia ( da adolescente a Ginestra girava sempre con una macchina fotografica per immortalare volti di bambini, sguardi di anziani, processioni e scene di vita quotidiana). Nel 1993 la Somalia devastata da guerra e siccità gli offre la prima occasione d’avvicinarsi al fotoreportage di attualità: documenta la tragedia e ritrae gli inviati della Rai Ilaria Alpi e Miran Hrovatin poco prima della barbara uccisione. Nel 1998 è uno dei primi fotografi a comprendere la rivoluzione d’internet e a trasferire tutto il suo lavoro su “Postcards from Hell – Cartoline dall’Inferno” il sito web che da quel momento raccoglierà tutte le immagini e le riflessioni di viaggio. I suoi reportage in Rwanda, Sierra Leone, ex-Jugoslavia, Albania, Kosovo, Iran, Cecenia e Afghanistan trovano spazio sui maggiori giornali di tutto il mondo, dal Corriere della Sera al New York Times. Viaggia più volte con Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera assassinata in Afghanistan. Nel 2002 decide di tornare in Palestina per raccontare la Seconda Intifada. Il 13 marzo a Ramallah mentre si sporge per riprendere un carro armato israeliano viene falciato da una raffica di mitraglia. Muore a 42 anni filmando la propria uccisione.All’inaugurazione della mostra, interverranno l’on. Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano, e Novo Umberto Maerna, Vice Presidente e Assessore alla Cultura: “La Provincia di Milano, ospitando la mostra ‘I Bambini e la Guerra. Cartoline dall’Inferno’, intende denunciare gli orrori delle guerre che, purtroppo, ancora oggi insanguinano il mondo. Immagini crude e drammatiche che i fotoreporter di guerra hanno realizzato pagando, spesso, il prezzo più alto, lasciando la propria vita sul campo. Auspichiamo che questa mostra possa contribuire alla crescita di una società e di una coscienza sociale che eviti e liberi le future generazioni da ogni tipo di guerra”.
Posted on 10 giugno 2013 by admin
Posted on 09 giugno 2013 by admin
GINESTRA ( di Lorenzo Zolfo) – Il 15 giugno il piccolo centro arbereshe, di poco più di 700 abitanti, sarà all’attenzione internazionale. La Prof. Judy Raggi-Moore (Emory Universita, Dipartimento di Studi Italiani) e 40 studenti della Emory Universita (Atlanta, Georgia, Stati Uniti) nell’ambito del progetto interdisciplinare “Italian and Medical Humanities” giungeranno a Ginestra per conoscere la storia Arbëreshë e le tradizioni mediche della regione. Il Programma di studi italiano offrirà agli studenti un’immersione autentica, unica e molto intensa nella cultura italiana, la letteratura, l’arte, la storia, la religione e attualità. Ideatrice di questa visita a Ginestra, la prof.ssa Cassandra Quave, docente di Etnobotanica presso l’Emory Universita, centro per lo studio della salute umana. La prof.ssa Quave è già stata più volte a Ginestra dove alcuni anni fa ha pubblicato e presentato un libro dal titolo: “Medicina popolare del Vulture” che fornisce informazioni, dopo anni di studio effettuato nel centro arbereshe sui meccanismi della trasmissione della conoscenza tradizionale tra generazioni, riguardanti la ricerca etnobotanica e quella etnomedica di quest’area del sud Italia unica per la presenza di due culture: quella italiana e quella etnica albanese (Arbereshe). La prof.ssa Quave, in questi giorni si trova nel centro arbereshe per ultimare il programma, avvicinata, in un accento italiano abbastanza preciso (ha sposato un cittadino di Ginestra) ha spiegato i dettagli di questo progetto: “ Questo programma insegna agli studenti ad esplorare i vari percorsi di comunicazione con gli “altri” in ultima analisi, dando loro un ben migliore senso di sé. Questo programma offre uno studio interdisciplinare dell’Italia attraverso i secoli, incorporando le prospettive di studi interdisciplinari culturali italiani, e Medical Humanities, con la partecipazione straordinaria di docenti della Scuola Emory Etico, Facoltà di Medicina e Centro per il Controllo delle Malattie. Ginestra è un comune di origine Arbëreshë fondato nella seconda metà del XV secolo, paese ancora oggi tipicamente rurale, per anni la sua attività prevalente è stata quella agro-pastorale. Gli studenti in visita e i docenti saranno ospiti dell’amministrazione comunale,dello Sportello Linguistico e della Pro-Loco. Gli studenti inizieranno la giornata con una visita ad un vigneto di famiglia locale e l’Orto Etnobotanico di Ginestra, dove potranno conoscere i cibi locali selvatici (liakra), piante medicinali, e le piante alimentari coltivate. Dopo la lezione sulle piante locali, gli studenti saranno informati sulla storia Arbëreshë e vedere diverse esposizioni di cibi tradizionali di Ginestra nel Borgo dei Sapori. Ciò includerà dimostrazioni nella Bottega del Grano, Bottega dei Pastori, Bottega dell’Olio e delle Erbe, e Bottega del Vino. Il borgo dei sapori è un museo all’interno del nucleo storico del comune costituito da una rete di edifici che ospitano le diverse fasi della gastronomia locale e della trasformazione agroalimentare. L’idea è quella di riproporre, nel quadro di un paesaggio rurale e silenzioso, custode di uno stile di vita tradizionale, la ricerca dei sapore tipici che si basano sulla unicità dei prodotti della terra di Ginestra unitamente alla storia gastronomica del centro.
Posted on 02 giugno 2013 by admin
MASCHITO (di Lorenzo Zolfo) – L’Amministrazione Comunale in collaborazione con le associazioni locali ed in particolare con il contributo di Michele Sciarillo (un emigrante, ritornato a Maschito, che per 30 anni ha fatto parlare di sé anche fuori regione. A Prato ha aperto il “Caffè al teatro”, posto sul retro del famoso teatro Metastasio, un punto di incontro per cantanti,attori,scrittori, pittori e musicisti, ospitando ogni sera eventi culturali di tutti i generi. Mariangela Melato,Massimo Castri,Carmelo Bene,Moni Ovadia,Massimo Ranieri,Milva,Monica Vitti, Roberto De Simone, Lello Arena,Claudio Morganti sono solo alcuni degli artisti che hanno scelto il Caffè come tappa del loro viaggio artistico.Nel 2007 ha organizzato a Maschito un concerto musicale di gran classe con il violinista statunitense Brad Repp,il soprano Maria Luigia Borsi ed il pianista pratese Aldo Gentileschi. Tra le altre cose che ha fatto in Toscana, ha fondato insieme a Luigi Nidito,un altro maschitano,ex amministratore di Prato, un circolo culturale arbareshe, uno dei più grandi d’Italia, frequentato da circa quattromila albanesi. “Il mio ritorno a Maschito non sarà da pensionato, ma cercherò di dare il mio contributo all’intera regione e soprattutto alla valorizzazione del mio paese” ha riferito, quando è ritornato definitivamente l’anno scorso) ha già approntato una serie di iniziative culturali, musicali e sportive che prenderanno il via dal mese di giugno fino ad agosto. Il prossimo 6 giugno alle ore 18 verrà inaugurato per il centro di Maschito una mostra di gigantografie in bianco e nero dal titolo significativo: “Novecento”.Trattasi di foto del secolo scorso di vita quotidiana.Le foto verranno esposte lungo tutto il centro storico accompagneranno lo spettatore in un percorso pieno di ricordi. Con la mostra si vuol portare il visitatore indietro nel tempo con la memoria in ricordi mai perduti.Non è un caso aver scelto questo percorso che porta fino alla piazzetta del paese dove un tempo si svolgevano le feste e tutta la gente si ritrovava a divertirsi.L’intento del progetto è proprio quello di riportare tutti in piazza come una volta e creare quella convivialità che ormai sembra appartenere ad altri tempi.Si avrà così modo di vedere quella che era l’esistenza di chi ha vissuto quei periodi in vari momenti di vita:matrimoni,scuola, processione. A seguire alle ore 19 presso la chiesa madre di San Elia ci sarà il concerto il concerto del “Coro di Clarinetti” del Conservatorio “Carlo Gesualdo da Venosa” di Potenza con la partecipazione straordinaria della Soprano, Elisabetta Caputi, patrocinato dal Comune con la collaborazione di Michele Sciarillo e Donatella De Luca.nza “Gesualdo da Venosa” con la partecipazione del Soprano Elisabetta Caputi,