Posted on 30 aprile 2011 by admin
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Posted on 28 aprile 2011 by admin
Atanasio detto il Grande (in greco: θανάσιος, in latino: Athanasius; Alessandria d’Egitto, 295 circa – 2 maggio 373) fu patriarca di Alessandria d’Egitto.
Il suo nome è legato alla Scuola teologica di Alessandria, assieme a Clemente e Origene; le chiese ortodossa, copta, e cattolica lo venerano come Santo, quest’ultima lo annovera tra i 33 dottori della Chiesa.
È ricordato inoltre nel calendario storico il due di maggio e la sua festa è celebrata concordemente da tutte le Chiese .
Santa Sofia d’Epiro anche quest’anno è in fermento realizza la festa che rappresenta l’apice di coesione e di credenza di tutta la comunità.
Il ricordo va a tutti quei personaggi che nell’approssimarsi di Maggio, e dal ventitré aprile sino atto giorni dopo il di della festa a Santa Sofia si prodigavano per ricordare e valorizzare il suo operato, nel corso di questo intervallo di tempo e di luogo Sofiaota.
Suggestivi e piena di ricorsi, ogni volta sonoi tanti avvenimenti che legano tutti gli abitanti e il ricordo va ad ognuno di loro.
Si sfornavano ceste di taralli per ben accogliere le visite di rito ed offrirli lungo la processione ai fedeli e ai devoti.
Si ordinavano rendendo più idonee le strade, si adornavano le finestre e i balconi con essenze floreali. Continue Reading
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Posted on 24 aprile 2011 by admin
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Posted on 20 aprile 2011 by admin
ARBERIA (di Adriano Mazziotti) – Cristòs Anèsti (Cristo è risorto). E’ il canto di gioia che da mezzogiorno del sabato di Pasqua, viene intonato nelle chiese dei centri arbëreshë ricadenti nella giurisdizione della eparchia di Lungro, ancora legati alla tradizione religiosa della Chiesa orientale, che “per la festa delle feste” scrivono una pagina significativa, ricca di suggestivi e antichi rituali.
Canto in greco, Kristòs Anèsti, ripetuto da sabato, per quaranta giorni fino alla festa dell’Ascensione in tutte le funzioni religiose, quasi a marcare la gioia della comunità cristiana profondamente coinvolta nel dare l’annuncio della vittoria di Gesù sulla morte.
E’ la Pasqua di Resurrezione, la ricorrenza più ricca di tradizioni e per questo la più importante, forse più del Natale; perchè da venti secoli ripropone puntualmente il fondamento della morte e della resurrezione, che vanno al di là del fatto personale di Cristo, per diventare fatto storico, di tutta l’umanità.
Non a caso questa Festa cade sempre in primavera, stagione durante la quale la natura risorge e rifiorisce. Continue Reading
Posted on 19 aprile 2011 by admin
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Posted on 19 aprile 2011 by admin
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Posted on 17 aprile 2011 by admin
GINESTRA (di Lorenzo Zolfo) – Nel piccolo centro arbereshe, a 45 anni di distanza, si è rivissuta la conquista dell’Autonomia, avvenuta il 17 aprile del 1966. Tanta gente ha riempito la sala consiliare, ex Sindaci, consiglieri comunali ed ex, per rivivere attraverso fotografie, video e soprattutto, testimonianze, i momenti salienti di quell’epoca. Ospite speciale è stato il Senatore a vita, Emilio Colombo, che insieme al Senatore Venturini Picardi, ha sostenuto il comitato cittadino pro-autonomia, guidato dal primo Sindaco Giuseppe Allamprese.La dott.ssa Antonietta Perrotta, responsabile dello sportello linguistico comunale, ha letto alcune note scritte dall’allora Sindaco Giuseppe Allamprese, che hanno descritto il percorso della conquistata Autonomia. Il Sindaco Fabrizio Caputo nel suo discorso sulle celebrazioni dell’Autonomia ha detto: “è con immenso piacere che oggi, tutti insieme, celebriamo l’autonomia di Ginestra e come allora, a distanza di 45 anni da quel 17 aprile del 1966, ringraziamo l’illustre Senatore a vita Emiliio Colombo, nonché cittadino onorario di Ginestra, che ha decisamente contribuito a quel successo epocale che ci permette di essere qui riuniti a ricordare proprio quell’evento ed in particolare la figura del dott. Giuseppe Allamprese, primo Sindaco di Ginestra. Nel paese siamo tutti cresciuti con l’immagine storica di Pipino Allamprese, del primo consiglio comunale, dei festeggiamenti. Immagini lontane, autorevoli, piene di valore istituzionale, che stanno a noi giovani Continue Reading
Posted on 16 aprile 2011 by admin
L’Istituto comprensivo Forenza – Maschito e La Pro-loco “Fra’ R. Adduca” hanno promosso una conferenza sul tema: Luigi Giura e Pasquale Scura: La Storia dimenticata, nel corso della manifestazione è stato Presentato il Libro “Pasquale Scura. Protagonista dell’Unità d’Italia”
Vi hanno partecipato: Antonio Maulà presidente della Pro-loco “Fra’ R. Adduca”, la Prof.ssa Lilia Allamprese Dirigente Scolastico I.c. Forenza – Maschito, la Prof. Canio Franculli Dirigente Scolastico, il Prof. Francesco Perri autore del libro, Dott. Giuseppe Chiaffitelli cultore della lingua albanofona maschi tana e l’Architetto Atanasio Pizzi. Dopi i saluti del presidente Antonio Maulà e il benvenuto della Prof.ssa Lilia Allamprese Dirigente Scolastico I.c. Forenza – Maschito, hanno relazionato il Prof. Francesco Perri, autore del libro su citato, il quale si è soffermato sul valore di Scura e del plebiscito scritto di suo pugno, in particolar modo ponendo l’accento sulla frase: l’Italia una e indivisibile con Vittorio Emanuele Re costituzionale ed i suoi legittimi discendenti.
In oltre il prof. Perri ha fatto notare che tra i ministri che Garibaldi volle al suo fianco ci fossero; Pasquale Scura pel dipartimento di Grazia e Giustizia e degli Affari Ecclesiastici e il Cav. Luigi Giura pei Lavori Pubblici; uomini di elevato spessore nelle discipline giuridiche e in quelle architettoniche e delle scienza esatta, entrambi di origine Arbëreshë, cosa che non sempre viene messa in evidenza.
L’intervento del Dott. Giuseppe Chiaffitelli ha preso spunto dal luogo dove avveniva il dibattito per ribadire che sia nelle scuole che nelle nuove famiglie di tipo metropolitano non sta più avvenendo il naturale ed utilissimo passaggio generazionale della lingua e delle tradizioni, pur nella consapevolezza che hanno da sempre caratterizzato e resi unici i centri di pertinenza albanofona, aggiungendo, che non si possono più attendere variegati e sterili coordinamenti dagli organi di governo, ma bisogna organizzarsi autonomamente nei singoli centri, evitando che il nostro patrimonio culturale vada disperso tra le pieghe della globalizzazione.
In fine l’architetto Pizzi introducendo l’argomento attraverso un excursus storico sulle pertinenze e i centri di origine albanofona ha messo in evidenza la figura di Luigi Giura, uomo di alto ingegno ed operosità nel campo dell’ingegneria idraulica e della realizzazione di ponti e strade; tra i fautori della storia ingegneristica ed architettonica dell’Europa.
Ponendo in evidenza come il Giura abbia saputo dare risposte a quesiti che ingeneri Francesi ed Inglesi non riuscivano a risolvere, o in che modo pose fine gli antichi problemi statici nel condotto del Fucino, dove persino il romano impero dovette rinunciare.
La sua figura assieme a quella di pochi altri illustri albanofoni andrebbe messa in evidenza e in questo anno di grandi eventi e rievocazioni del passato.
Il Giura ha assunto nel campo della ingegneria e dell’architettura ruoli di elevato spessore e non per apparire agli occhi di chi fosse al potere o gestisse l’economia, ma per il solo fine di realizzare opere utili per il bene delle popolazioni che a quei tempi pativano carenze di ogni genere.
Posted on 16 aprile 2011 by admin
NAPOLI (di Atanasio Pizzi) – Al nome della nave traghetto Moby Prince, è legata la tragedia più grave che abbia interessato la moderna Marina mercantile italiana, Santa Sofia d’Epiro è stata colpita in questa vicenda, con la perdita di Nicodemo Baffa, di Luigi e M. A. Gallo.
Un uomo arbëreshë, munito di scienza onesta con un nutrito bagaglio d’idee liberali e tutti lo avrebbero voluto avere come Gijtone.
La voglia di scoprire e confrontarsi con nuove realtà sociali, lo spinse a uscire dagli schemi che gli offriva la vita da impiegato, infatti, la abbandonò, per intraprendere quella da marinaio, fatta di sacrifici e che però offrivano la scoperta di realtà sociali tra le più variegate del globo, così, divenne un carismatico personaggio che al ritorno dai suoi viaggi raccontava a se stesso e ai giovani sofioti inimmaginabili ed emozionanti approdi.
Nel porto di Livorno la sera del 10 aprile 1991 e per cause ancora non ancora chiarite andarono in collisione il traghetto Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo.
Morirono nel rogo successivo allo scontro, le 140 persone a bordo del traghetto, tranne il giovane mozzo napoletano che riuscì a rifugiarsi a poppa e in seguito tuffarsi in mare.
La sera del 10 aprile, alle ore 22:03 il traghetto, diretto ad Olbia, mollò gli ormeggi, a bordo, equipaggio al completo, formato da 65 persone agli ordini del comandante U. Chessa oltre a 75 passeggeri. Continue Reading
Posted on 07 aprile 2011 by admin
ROMA ( di Paolo Borgia ) – Il Conte Biancamano era un bastimento di linea con lo scafo nero che andava a carbone. Collegava l’Italia con l’Argentina fino a quando il rivoluzionario avvento dell’aereo passeggeri di linea lo rese inutile. Partiva da Palermo, faceva scalo a Napoli, Genova… Rio de Janeiro, Montevideo e giungeva a Buenos Aires quando poteva. Almeno dopo tre settimane, a seconda dell’umore e della particolare violenza del tempo della Zona di Convergenza InterTropicale (ITCZ) sopra l’Oceano Atlantico che la nave doveva attraversare per intero, navigando lungo il meridiano e cercando di stare alla larga dai cicloni tropicali, che durano tutta l’estate boreale. Sempre, ad ogni viaggio c’era la condanna di fare un salto stagionale di sei mesi. Dalla partenza all’arrivo si incontrava la stagione opposta.
Nino aveva venduto il suo unico capitale, il mulo, per ottenere sul passaporto il difficile visto di ingresso “turistico” nel Paraguay e per pagare la interminabile traversata in terza classe, la più economica, quella della sofferenza sorda e mutamente urlante e della ineluttabile speranza. Per quei passeggeri quello non era mai un viaggio turistico. Neanche per il nostro “trabresh”, che aveva ottenuto un effimero ingaggio di lavoro in Paraguay.
Si trattava di “picco e pala”, come egli stesso scriveva sul retro della fotografia scattata con due compagni di lavoro e inviata alla famiglia. Questa, poco usa all’italiano, pensò quella volta che fossero i nomi dei due che gli erano accanto nell’immagine. Come riferì in seguito egli stesso, là si mangiava sempre carne di pecora e si alloggiava in mezzo alla foresta dentro un capannone esclusivo per gli uomini. Anche le donne erano appartate, cosicché i mariti e le mogli stavano insieme soli, la domenica. Quando gli scapoli scendevano in città per “il cambio biancheria”. Continue Reading